
Intervista a Francesca e Valeria Prota
Less, è un brand che ha già nel nome la sua dichiarazione di intenti. Secondo il vostro personale senso dell’estetica e la vostra idea di stile, raccontateci cosa oggi nella moda è in, e cosa è decisamente out. In una realtà in cui bisogna sempre rinnovarsi, essere sul pezzo, andare veloci e in cui volente o nolente l’infelicità fa tendenza, noi puntiamo a una moda in cui ci si senta confident e in cui i capi “timeless” abbiano la meglio. Questo è quello che è In dal 2015 ad oggi per Less. Decisamente Out è l’estrosità, la moda scomoda o strana, troppo colorata o fantasiosa, troppo audace e poco mettibile.Le vostre collezioni sono estremamente contemporanee eppure senza tempo, qual è il segreto di tanta riconoscibilità e carattere? Le linee essenziali delle nostre collezioni sono frutto della reinvenzione delle forme iconiche dei capi. Per esempio un grande classico come il Blazer con abbottonatura doppiopetto, che non può mancare in un guardaroba di capi senza tempo, è rivisitato e ricostruito magari dando più forza alle spalle e inserendo il doppio spacco posteriore tipico delle giacche da uomo. Si può spesso pensare che quello che facciamo sia banale o comune, ma preferiamo ispirare le ragazze a cui piacciono i basici dall’aspetto di lusso a prezzi accessibili che si collegano allo stile di vita cittadino; indossati in taxi, in metro, in bicicletta o sui ciottoli.Qual è stato il vostro percorso? Quando avete capito che la strada era quella di creare un brand tutto vostro? Francesca è da sempre portata per il disegno e l’arte ma sceglie un corso di laurea più generico che è quello in Scienze della Comunicazione. Finiti gli studi parte per New York alla ricerca della sua identità. Lavora come stylist freelance per caso, dopo un incontro fortuito, grazie al quale è sempre più sicura che la sua collocazione nel mondo sia legata alla moda. Lavora per un periodo nel marketing di Kiton, la sartoria industriale Napoletana dopodiché torna a Napoli. Continua a lavorare per alcuni brand della città tra cui il gruppo dei marchi Silvian Heach e Frankie Morello, ma spinta da un forte desiderio di creare qualcosa di suo e dalla convinzione di potercela fare, decide di mettersi in gioco. Così con il grande supporto di sua sorella Valeria, formata in tutt’altro settore, ma super appassionata e intenditrice di moda, decidono di mettersi alla ricerca di sarte e laboratori sartoriali nella città che è la patria della manifattura italiana. “Così inizia una piccola produzione di pezzi basici ma di tendenza, che esprimono tutta la nostra filosofia”.

Come si è evoluto Less negli anni, e come lo immaginate tra 5 anni.
Siamo nate nel 2015 con una piccola boutique a Napoli e ci appoggiavamo ad un gruppetto di sarte in un vicoletto alle spalle delle strade principali del centro città.
Da qui abbiamo iniziato a produrre volumi più grandi in termini di numeri e per la forte richiesta abbiamo cominciato la distribuzione del brand in altri negozi prima della Campania e poi anche del sud Italia.
Purtroppo essendo due giovani donne, non è stato facile interfacciarci né con i produttori che per lo più erano uomini assolutamente non abituati a trattare con donne giovani e pensanti. Né con i commercianti poiché non essendo del settore avevamo un’ idea a dir poco favolistica di come funzionasse questo tipo di lavoro. Quindi abbiamo scelto di dedicarci al nostro store e a fortificare la vendita online.
Oggi possiamo dire di essere state davvero brave perché DA SOLE siamo riuscite ad affermare Less.The Label come brand con una chiara visione: capi accessibili per donne di tutte le età. Interamente ideato e prodotto in Italia con tessuti italiani e con una delicata attenzione ai dettagli.
Tra 5 anni, grazie alla forte distribuzione online, saremo riconoscibili in Europa e nel mondo e avremo aperto qualche store qua e là.
Un sogno/progetto che avete ancora nel cassetto.
Un progetto nel cassetto è sicuramente quello di creare una linea Ungendered. Oggi non è una mossa del tutto rivoluzionaria siccome il genderless è super diffuso proprio a dimostrazione della vicinanza dei brand ai clienti. Ma noi amiamo che non ci siano distinzioni tra abiti maschili e femminili; crediamo molto nell’espressione boyfriend clothes, io stessa spesso cerco nell’armadio di mio marito qualcosa che mi ispira di più di un top vedo non vedo.
Il sogno è quello di riuscire a non fermarci mai!
Come immaginate il futuro della moda?
Il futuro della moda è molto incerto e confuso al momento. Siccome i primi confusi e spaesati siamo noi. Amiamo i capi activewear ma delle tute non se ne può più. Fuori uno!
E’ sicuramente giusto ridurre le uscite delle collezioni di alta moda come condividono tutti i grandi marchi, ma è impossibile che lo Slow Fashion si riconfermi.
Si alla sostenibilità, si a dare nuova vita a un capo che non si usa più agendo quindi tutti insieme a tutela dell’ambiente. Ma secondo il nostro modestissimo parere, il consumatore non comprerà meno e meglio, perché l’acquisto è soprattutto un momento di consolazione dell’essere umano, che quindi più compra è più è felice. E non tornerà a spendere di più per avere meno anche se meglio (in termini di qualità), ma tenderà sempre a comprare di più (spendendo spesso anche il doppio) il più delle volte spendendo meno per capi: “affordable luxe-looking”.
Questo è il punto di vista di Less. E ne sarà il punto di forza!
